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Archive for novembre 2014

Avete inteso che fu detto dagli antichi: non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.
Gesù, Discorso della Montagna

A ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria.
Terzo principio della dinamica

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Adrees Latif , Reuters/Contrasto

Il tentativo è quello di indurci a credere Michael Brown sia morto per un incidente, occorso in una manovra di legittima difesa. Si sforzano di convincerci, scomodando picchi d’oratoria metafisica, che il diciottenne sia stato ucciso dai media, colpevoli d’aver raccontato versioni distorte di una realtà ben più pacificata. E quando s’accorgono di non riuscirci, accusano chi non abbocca all’amo della menzogna di essere complottista e sedizioso.
Secondo loro, dovremmo credere alla traballante storiella secondo la quale il poliziotto Darren Wilson avrebbe esploso sei proiettili per legittima difesa, in seguito a una presunta aggressione da parte di Michael Brown, avvenuta all’interno della stessa auto dell’agente, e proseguita per strada. Il ragazzo, in seguito a un breve tentativo di fuga, sarebbe infine tornato indietro e avrebbe caricato Wilson.
Secondo loro, dunque, avremmo dovuto credere anche alle urla del vicequestore Adriano Lauro, quando additando un manifestante tra i presenti in Piazza Alimonda quel 20 luglio di tredici anni fa, lo accusò per la morte di Carlo Giuliani: Bastardo! Lo hai ucciso tu, lo hai ucciso! Bastardo! Tu l’hai ucciso, col tuo sasso, pezzo di merda! Col tuo sasso l’hai ucciso! Prendetelo!”.
Secondo loro, dovremmo accontentarci della constatazione di morte di Federico Aldrovandi per arresto cardiocircolatorio imputabile all’assunzione di alcol e droghe, ignorando 54 lesioni ed echimosi sul corpo, tappandoci le orecchie alla registrazione della centrale operativa che testimonia “…l’abbiamo bastonato di brutto. Adesso è svenuto, non so… È mezzo morto”.
Secondo loro, dovremmo accettare senza batter ciglio le dichiarazioni dell’allora sottosegretario di Stato Carlo Giovanardi, quando cercò di spiegare a una nazione intera che Stefano Cucchi era morto d’anoressia e abuso di sostanze, insinuando addirittura fosse sieropositivo – e ‘sti cazzi dei lividi da percosse, e ‘sti cazzi della denutrizione.
Secondo loro, Ilaria Cucchi istiga all’odio e al sospetto nei confronti dell’intera categoria di soggetti operanti nell’ambito del comparto di sicurezza”, ma tutta questa rabbia e la solidarietà con le famiglie della vittime di Stato, le numerose e variamente coniugate forme di supporto alle battaglie contro l’abuso di potere delle forze dell’ordine, lo schifo nei confronti di chi infrange continuamente la legge, massacrando, umiliando e infine uccidendo chi invece dovrebbe proteggere affondano le radici in un sentimento di ira costante e deliberata, ancestrale nella sua evidenza: i neri (e i bianchi) a Ferguson incendiano, saccheggiano, protestano seguendo il terzo principio della dinamica: uguale e contraria, la reazione non si è fatta attendere. In psicologia, la furia irosa si manifesta come “reazione alla percezione deliberata di subire un trattamento ingiusto oppure un danno da altri soggetti”. E quando il danno è reiterato (su base razziale o non), e l’ingiustizia avallata dallo Stato, la collera s’imbrutisce in istinto di sopravvivenza.

Non c’è stupore nella rabbia di fronte all’ingiustizia.
Smettiamo la connivenza a chi crede che il potere sia nell’abuso.
Una vita vale più dell’ordine pubblico?

N. B. Per un elenco più esaustivo (purtroppo mai completo) delle vittime di Stato, rimando a questo link.

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